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Il Benevento vince sempre col minimo scarto, ma non chiamatelo corto muso

La vittoria di misura è diventato un marchio di fabbrica della Strega quasi involontariamente

Il ruolino di marcia del Benevento di Matteo Andreoletti inizia a fare impressione. Venticinque punti conquistati in 12 giornate, otto delle quali concluse senza gol al passivo; undici risultati utili consecutivi, terza vittoria portata a casa nelle ultime quattro partite e una velocità di crociera che, escludendo la falsa partenza di Torre del Greco, è di 2,27 punti raccolti per ogni gara disputata. Sono i numeri di una squadra che quando vince, lo fa sempre col minimo scarto. L’1-0 finale è un risultato finito nel tabellino in cinque delle sette vittorie ottenute dalla formazione giallorossa, ma anche gli altri due successi stagionali sono stati di misura, come raccontano il 2-1 contro il Taranto e il 3-2 in rimonta contro il Crotone.

Verrebbe facile, a questo punto, tirare in ballo il corto muso di allegriana memoria, sintesi perfetta di una filosofia calcistica estremamente pragmatica, che però è distante anni da luce da questo Benevento e dalle idee di Andreoletti. Il risultato finale non deve trarre in inganno, in quanto non rende pieno merito alla superiorità che spesso e volentieri si è percepita in campo – sia nella sfida contro il Messina che in altre circostanze – né premia l’atteggiamento di una squadra che oltre a concedere pochissimo all’avversario, ha anche creato più volte le occasioni per mandarlo definitivamente al tappeto.

E’ l’aspetto che demarca la netta differenza rispetto al concetto di corto muso che pure è stato tirato in ballo. Perché il Benevento cerca sempre di avere il predominio sullo sviluppo della partita, tenta di proporre un flusso costante di gioco, produce occasioni e non si mette a difesa dell’unico gol realizzato, nella speranza di respingere fino al 90′ gli assalti degli avversari, né si preoccupa esclusivamente di difendere ciò che è stato in grado di costruire. La vittoria col minimo scarto, quindi, è diventato un marchio di fabbrica della Strega quasi involontariamente. In realtà, l’obiettivo è sempre stato quello di vincere con un risultato dalle proporzioni più ampie, evitando di rimanere col fiato sospeso fino alla fine. Anche perché può sempre capitare che ti tradisca un rimpallo o una deviazione imprevista e che si finisca per vanificare tutto.

 

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