Lunedì sera al ‘Vigorito’ si troveranno di fronte le ultime squadre della sua carriera: da un lato il Benevento, dall’altra la Juve Stabia. Una sfida del cuore per Fabrizio Melara, a cui spera di poter assistere dal vivo: “Volevo venire allo stadio, ma ho qualche impegno in Federazione. Se riesco a liberarmi ci sarò sicuramente perché voglio salutare i miei tifosi” ha confidato in un’intervista rilasciata a Il Sannio Quotidiano.
La gara potrebbe consegnare alla Juve Stabia una promozione a cui ormai manca solo il sigillo della matematica: “Sono riusciti a trovare l’alchimia giusta, quel particolare che le ha permesso di arrivare fino alla fine. Non mi aspettavo questo campionato ma quando li ho visti giocare ho pensato: ‘Questi vanno forte forte, se riescono a scavallare il periodo di gennaio-febbraio arriveranno fino alla fine’ ed è successo”.
Le Vespe lì in alto sono durate grazie anche agli innesti del mercato di gennaio: “Hanno preso un attaccante bravo a calarsi in quel contesto, poi hanno avuto intensità, giocano un buon calcio e c’è un grande gruppo: il primo posto è strameritato per quello che ho visto”. L’ultima Serie B della Juve Stabia nella stagione 2019/2020 Melara l’ha vissuta da protagonista, in un’avventura conclusa con una retrocessione amara: “Mancavano 10 punti alla salvezza da conquistare in 8 partite, ne abbiamo fatti 7 e siamo retrocessi in malo modo. Dopo la vittoria con lo Spezia arrivò lo stop del Covid-19 e ci ha penalizzati tantissimo, ci fu un tracollo psicofisico generale. Non meritavamo quella retrocessione”.
In quella stessa stagione proprio contro la Juve Stabia al ‘Vigorito’ la Strega festeggiò il ritorno in Serie A: “C’ero anch’io – sottolinea Melara –, il calcio è una ruota che gira. Al Benevento sono legatissimo, lì ho raggiunto l’apice della mia carriera, è la mia seconda città. In quell’occasione ero tra gli avversari ma i giallorossi avevano meritato loro il campionato”.
Quattro anni dopo una festa che rischia di ripetersi, ma a colori invertiti. Per il Benevento l’amarezza di uno scontro diretto che non potrà più alimentare le speranze da primo posto: “Sono arrivati 13 risultati utili consecutivi, lo stop con il Monopoli ci può stare, ma il Benevento sta facendo cose importanti. La rincorsa era difficile e anche se i giallorossi ci hanno creduto in qualche momento la Juve Stabia è stata brava a non mollare. Una stagione un po’ turbolenta anche col cambio di allenatore, ma in questo 2024 è cambiato tanto”.
Testa ai play off per la Strega secondo Melara: “Avendone giocati tanti penso che sia importante arrivarci nel modo giusto, a livello fisico e psicologico. Entrarci con entusiasmo e consapevolezza ti permette di giocarli in un altro modo, mi è capitato sia in B che in C. Ricordo quando uscimmo contro il Como, venivamo da un finale di stagione non bellissimo con la Salernitana che ci scavalcò, e lì non arrivammo con fiducia ed entusiasmo che avevamo nell’anno della Serie B: in quell’occasione vincendo col Frosinone si era creato l’ambiente giusto e penso che questo sia molto importante”.
Un flashback continuo per Melara nel vedere la Strega di Auteri: “Osservando le partite ancora ricordo molto bene i criteri e le situazioni di gioco, a volte purtroppo e altre per fortuna (ride, ndr), ricordo anche le parole precise del mister, è un martello. So come lavora Auteri, anche per Ciciretti è stato fondamentale: senza di lui Amato non avrebbe fatto questo cambio di passo, questo switch mentale, per me è stata questa la svolta”. Nel Benevento di Auteri, Ciciretti e Marotta c’è anche un nuovo Melara? L’ex giallorosso non ha dubbi: “Mi rivedo in Improta, ero straconvinto che il mister lo rimettesse nei 4 a centrocampo facendo tutta la fascia, il ruolo che facevo io con Amato davanti. A volte mi vengono in mente situazioni che ho vissuto anch’io, poi Riccardo è un bravissimo ragazzo, ho molta stima di lui e sicuramente è più bravo di me”.