Nunziante 6,5: Al debutto tra i professionisti a 16 anni, viene trafitto due volte senza colpe: sul gol di Yabre, lo inganna la deviazione di Capellini; su quello di Caldore non può nulla. Attento sul tiro ravvicinato di Gladestony nel finale, para il rigore a Labriola che tiene in vita il Benevento, ma non basta
Viscardi 6: Tiene la posizione e cerca di sbagliare il meno possibile. Qualche errorino qua e là, ma nel complesso è promosso, anche per come ha retto dal punto di vista fisico al confronto in un contesto spigoloso. Peccato solo per l’errore decisivo dal dischetto
Capellini 5,5: Da più esperto del terzetto difensivo, dovrebbe guidare con cura e perizia la retroguardia, invece finisce per andare in difficoltà più spesso rispetto ai compagni, nonostante non sia stata una serata di particolari sollecitazioni. Sfortunata la deviazione sul gol del momentaneo 1-1
Rillo 6,5: Tra le note più positive della serata di Coppa: ci mette attenzione e disciplina nell’interpretazione di un ruolo non suo. Non difetta di personalità, come dimostrato in qualche duello rude in cui non ha tirato indietro la gamba
Improta 6: Garantisce una buona dose di spinta, non accompagnata però dai suggerimenti giusti per i compagni. Sfiora il gol con una bella conclusione col mancino, ma sull’1-1 del Giugliano ha la responsabilità di un rinvio sbilenco che diventa un assist per l’avversario (dal 69′ Simonetti 6: Entra e può subito lasciare traccia del suo passaggio, ma il salvataggio sulla linea di Scognamiglio gli nega la gioia della terza rete in quattro giorni)
Alfieri 5,5: Attiva il goniometro per sostenere la rincorsa al successo, non sempre però risulta efficace: la qualità c’è, il problema è che continua a non essere sostenuto da una condizione fisica soddisfacente (dal 69′ Ciano 6: sempre pericoloso sui calci piazzati, timbra l’assist decisivo per il 2-2)
Kubica 4,5: Ha girato in folle per tutta la partita, cestinando un’altra chance per mettersi in mostra. E stavolta non ha l’attenuante del ruolo, perché gioca nella posizione a lui più congeniale, ossia quella di interno. Resta un mistero cosa abbia spinto la società a fare un investimento notevole nei suoi confronti
Masciangelo 5,5: Arriva sul fondo tante volte, raramente però indovina il cross giusto. E quando Andreoletti lo inverte con Improta le cose peggiorano, perché smette di spingere (dal 92′ Masella sv: debutto rovinato da un’espulsione apparsa severa)
Carfora 5,5: Non si rende mai pericoloso e non dà mai nemmeno l’impressione di poterlo diventare. Non è solo questione di gap fisico con gli avversari, il problema è che quando ha la palla tra i piedi ama complicarsi la vita (dal 60’ Agazzi 5,5: non è ancora al meglio e si è visto)
Bolsius 6,5: Dà sempre la sensazione di poter creare grattacapi agli avversari, se non fosse troppo innamorato del pallone. Alla fine, risulta decisivo: sfiora il gol con una gran conclusione dal limite nel finale del primo tempo, poi realizza l’assist per Marotta e firma il 2-2 a tempo quasi scaduto. Resta la macchia del rigore non calciato: erano i trentaduesimi di finale della Coppa Italia di Serie C, non la finale di Champions League
Marotta 6,5: Con la fascia al braccio, si carica la squadra sulle spalle e si rivela l’uomo più pericoloso del Benevento, per il gol segnato e per almeno un altro paio di tentativi che meritavano miglior fortuna (102’ Tello 5: entra con il solito atteggiamento da censura, impatto pessimo sulla partita)
Andreoletti 5,5: Come prevedibile, schiera un undici largamente sperimentale, ma non si capisce perché tenga fuori sia Ciano che Simonetti dalla formazione titolare. I cambi stavolta non determinano nulla, anche perché qualcuno continua a giocare fuori ruolo. Nel complesso ha ricavato buone risposte sul piano del carattere, ma su quello del gioco la sua squadra ha fatto più di un passo indietro