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Uno dei tecnici più promettenti sulla panchina del Benevento: Andreoletti vuole lasciare il segno

Si ispira a Sarri, Giampaolo e De Zerbi, ma non ama gli estremismi e sulla trequarti si affida alla fantasia: approfondimento sulla scommessa targata Marcello Carli

Un allenatore che ha ancora tutto da raccontare ma che, nonostante l’età, ha già lasciato il segno. Matteo Andreoletti è considerato uno dei tecnici più promettenti del panorama calcistico italiano, un attestato di stima che arriva dal suo percorso in panchina con la Pro Sesto che ha attirato l’interesse del Benevento. Il suo profilo ha convinto sin da subito il direttore tecnico Marcello Carli per il progetto di ricostruzione sannita.

34 anni compiuti lo scorso gennaio per Andreoletti, di Alzano Lombardo, sbocciato in panchina dopo una breve carriera da giocatore prima di incrociare il primo grande bivio della sua vita. Nel suo curriculum trovano spazio dieci anni da portiere nel settore giovanile dell’Atalanta, dai pulcini fino alla Primavera, una delle realtà più interessanti dal punto di vista della formazione e della crescita dei calciatori. Negli anni in nerazzurro anche la prospettiva di poter sbocciare nel mondo dei grandi grazie ai riflettori del Viareggio dove fu premiato come miglior portiere del torneo per poi mettersi in gioco in Serie C. Tra i pali le parentesi a Lecco – dove ha giocato con Camillo Ciano che ritroverà in giallorosso – oltre alla Pro Sesto, vissuta anche da allenatore, e la Pro Patria, l’ultima maglia indossata da professionista a 23 anni.

Il Verbano in Serie D sarà la sua ultima avventura da calciatore prima di cambiare vita: tornerà al Lecco a 24 anni da preparatore dei portieri per poi guidare la squadra juniores e trovare spazio in panchina. Una carriera già ricca di traguardi quella di Andreoletti da allenatore, con alle spalle oltre 200 partite in Serie D distribuite in sette anni tra Seregno, Inveruno e Sanremese e soprattutto una parentesi in Serie C che l’ha visto raggiungere i playoff da esordiente alla guida della Pro Sesto in una stagione che ha acceso i riflettori sulle sue qualità e sul suo percorso. Un rapporto con la panchina sbocciato presto, coltivato già da giocatore ma che ha permesso ad Andreoletti di scalare le classifiche osservando da vicino i maestri da seguire.

Per anni ha dedicato le sue vacanze a studiare in ritiro il lavoro di Sarri, Giampaolo, De Zerbi ma anche Gasperini e Italiano, tecnici che l’hanno ispirato e che per movimenti e fasi di gioco hanno lasciato un segno tangibile sul calcio italiano negli ultimi anni. Idee che il classe ’89 promesso sposo del Benevento ha scelto di interiorizzare, puntando tutto sull’organizzazione e sulla creazione di un’identità, un particolare ricercato anche dalla Strega in questa nuova fase della sua storia. Ma anche sull’importanza di uno staff che possa accompagnare l’allenatore e completarlo nei dettagli, perfezionando il suo percorso. La voglia di conquistare il risultato attraverso il gioco costruendo dal basso, senza però estremismi anche dal punto di vista tattico: il 3-4-3 l’ultima strada imboccata dopo aver dato ampio spazio alla difesa a quattro e alla fantasia sulla trequarti. Giovane, ambizioso e con il profilo ideale per ricostruire l’identità giallorossa: il Benevento ha scelto Matteo Andreoletti per la sua nuova vita in Serie C.

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