Inizia con una sconfitta l’avventura in giallorosso del tecnico romano: Strega incapace di essere pericolosa, anche in superiorità numerica

Non basta l’entusiasmo e la scarica di adrenalina di Roberto Stellone per ribaltare gli scenari e riabilitare il Benevento. La formazione giallorossa perde anche a Cagliari, nonostante abbia giocato venti minuti in superiorità numerica, contro un avversario decimato da assenze e infortuni, e crolla sempre più in basso, come una pietra che rotola sul piano inclinato dell’impotenza, della colpa e della sfiducia.

A condannare la Strega alla quarta sconfitta consecutiva, addirittura la quinta nelle ultime sei giornate, è Gianluca Lapadula che, così come accaduto all’andata, punisce la sua ex squadra, spingendola sempre più giù in classifica. Il Benevento resta al penultimo posto, ma potrebbe subire l’aggancio del Cosenza (impegnato domani a Bari) e rischia pure di allontanarsi ulteriormente dalla posizione che vale la salvezza diretta.

Insomma, Stellone peggio non poteva cominciare, anche perché l’undici sannita ha palesato esattamente gli stessi difetti già messi in mostra nel corso della gestione Cannavaro. Una squadra cioè anche ordinata sul piano dell’applicazione difensiva, ma improduttiva sul piano offensivo, incapace anche di sfruttare la superiorità numerica, dopo che i padroni di casa sono rimasti in dieci al 72′ per il rosso ad Altare. A tutto questo, ha aggiunto il solito errore di disattenzione perché il paradosso è stato che tre minuti dopo l’espulsione, il Cagliari ha trovato il gol con Lapadula che ha approfittato di una dormita di Jureskin per realizzare la rete decisiva e costringere il Benevento a tornare a mani vuote anche dalla Sardegna.