Nessuna sconfitta interna e 26 punti conquistati in 10 partite: la squadra di Grosso allo Stirpe concede le briciole agli avversari
C’è una montagna da scalare per il Benevento che va alla disperata caccia di punti contro la capolista Frosinone. Tra le due squadre, in questo momento sembra esserci un abisso, non solo per via delle differenti posizioni di classifica, ma anche per una questione di valori e per la capacità di esprimerli sul campo. All’appuntamento, ciociari e sanniti arrivano in condizioni opposte: i primi non hanno pagato gli effetti della sosta invernale, anzi sono anche riusciti ad allungare sulle immediate inseguitrici; i secondi invece hanno iniziato il 2023 peggio di come avevano finito il 2022, con un punto raccolto in due partite e con una classifica che ha assunto contorni preoccupanti.
Ma non ci solo questi aspetti a far capire quanto sia complicata la missione che attende la Strega domani pomeriggio allo Stirpe. Sì, perché il Benevento andrà a far visita all’unica formazione che non ha ancora perso una partita casalinga in questa stagione. Il fattore dello stadio proverbialmente amico sta pesando tanto sulla stagione di un Frosinone. I numeri stanno lì a certificarlo: gli uomini di Grosso hanno raccolto 26 punti sui 30 disponibili nelle dieci partite giocate in casa, lasciando dunque le briciole agli avversari, a cui hanno concesso appena due pareggi. Servirà evidentemente il miglior Benevento formato trasferta, dove ha fatto vedere le cose migliori, per tornare dalla Ciociaria con punti pesanti in tasca.
Servirà anche il massimo dell’attenzione, in particolare nel quarto d’ora finale della partita, fase di gioco in cui la Strega ha finito spesso e volentieri per rovinare quanto di buono era riuscita a fare nei minuti precedenti. Le gare contro Genoa e Cosenza, con le reti arrivate a tempo scadute che sono costate una sconfitta e un pareggio, sono solo gli ultimi esempi. Il Benevento infatti finora ha subito 23 gol e di questi otto li ha presi nell’ultimo quarto d’ora di gioco. Che per il Frosinone è la fase più proficua: delle trentatré reti realizzate, gli uomini di Grosso ne hanno messe a segno otto dal 75’ al 90’ (più recupero). Diventano 17 se si prende in considerazione anche il quarto d’ora precedente e quindi l’ultima mezzora di gara. Dato che apre a un’altra riflessione sulla capacità di incidere dei giocatori che subentrano a gara in corso.
Non è un caso che il Frosinone sia la squadra che ha ottenuto più gol dalla panchina, tutti dal peso specifico notevole. Dei 33 gol realizzati di cui sopra, ben dodici sono arrivati da calciatori subentrati (in Serie B nessun’altra squadra è arrivata in doppia cifra): i cambi valgono per Grosso un terzo delle realizzazioni totali, mica male. A questo ci si aggiunge il fatto che dei 45 punti che i ciociari hanno attualmente in classifica, dieci sono stati conquistati grazie ai ‘panchinari’. L’ultimo esempio è arrivato a Brescia, con il gol di Baez che ha tramortito i lombardi e chiuso la partita a favore di Lucioni e compagni, ma la stessa cosa si era verificata anche nelle due gare precedenti. Numeri che evidenziano l’infinita qualità e la grande varietà di risorse di cui dispone il Frosinone. Tredici giocatori a segno in campionato finora e 25 elementi utilizzati almeno per un minuto.
Il Benevento è avvisato ed è chiamato a rispondere con una prova di grande spessore, per evitare di rimanere schiacciato dalla forza degli avversari. In ogni caso, la gara promette spettacolo, soprattutto se si guardano i precedenti. Nelle sette sfide che Frosinone e Benevento hanno disputato finora in Serie B sono stati realizzati 24 gol (media di 3.4 a match) e solo una volta è stata segnata appena una rete in una partita: era il 21 dicembre 2019, quando i giallorossi di Inzaghi vinsero grazie alla firma di Viola. Negli incroci precedenti, a mancare è il segno ‘ics’: quattro successi – tra cui il più recente nel girone di andata – rispetto alle tre vittorie dei ciociari. Potrebbe essere la volta buona?
