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Benevento, parla Vigorito: “La violenza di sabato è inaccettabile! Lasciare? Ho già deciso”

Le parole del patron giallorosso dopo la sconfitta maturata contro il Genoa negli istanti finali di partita che hanno condannato la Strega

In un intervento in diretta su Ottochannel, il presidente giallorosso Oreste Vigorito ha analizzato il momento del suo Benevento dopo la sconfitta maturata negli istanti finali contro il Genoa nel match giocato nel Sannio. Un ko che ha generato numerose polemiche tra i tifosi della Strega, in una contestazione esplosa all’esterno dello stadio dopo il triplice fischio.

DISTACCO“Negli ultimi tempi causa Covid-19 e altre problematiche a detta di molti ho avuto pochi rapporti con città e tifoseria e questo avrebbe creato un primo distacco tra me e la città. Poi ho manifestato la volontà di allontanarmi ma è stato un incidente di percorso. Ho pensato che la cosa migliore era non parlare in una conferenza stampa davanti a 7-10 persone o fare un comizio pubblico con poche decine di persone, per questo ho deciso di venire qui. Sono uno di voi, che vive a Benevento da 17 anni e che vuole tentare di spiegare alcune attività, per dimostrare che non c’è la volontà di sottrarsi a queste cose”.

CRITICHE“Ricordo a chi ritiene che io sia un perdente che questo perdente ha vinto 5 campionati e un titolo nazionale con le giovanili. Cioè un campionato ogni tre anni, ma anche due retrocessioni. Altri dicono che la mia parola ‘insieme’ è vuota. Vorrei chiarire che significa ‘noi e voi’ e si realizza in un modo un po’ diverso rispetto a quest’anno. Dopo Cittadella dissi che avevo fatto dei prezzi popolari e che dovevano essere uno stare insieme. Dei 7mila abbonati, 3mila non vengono a vedere la partita. Stare insieme voleva dire ‘fateci sentire il vostro affetto, stimolateci’ e non ‘dateci dei soldi’. Questo è stato interpretato come una critica alla tifoseria”.

VIOLENZA“Nessuno nega il diritto a uno spettatore di criticare. Sono il primo a soffrire quando non riesco a raggiungere i risultati, forse perché non sono un perdente. Si tratta di un diritto per la tifoseria, la contestazione non è un diritto ma un modo di esprimere il proprio dissenso che non viene mai giustificato con la violenza del dopopartita. Quando si lanciano delle bombe carta che non esplodono o si lanciano delle bottiglie non parliamo di contestazione o critica. Quelli non sono tifosi. Rassicuro gli altri, quelli che sono tifosi, che io non ho problemi a dirlo, ma è una vergogna fare una cosa del genere in una città civile. La prima volta in cui soffro un anno difficile ed è questa la vicinanza che sto avendo. Forse bisognerebbe ricordare dove eravamo, dove siamo arrivati prima di arrivare a questo. Il discorso non è una conseguenza alla critica ma alla violenza, non è accettabile che per portare bambini allo stadio si debba uscire con la preoccupazione di non portare la famiglia a casa. Lavoro da 17 anni per portare gente allo stadio, episodi come quelli in un’ora hanno allontanato non so quante famiglie dallo stadio”.

ADDIO“Non lo credo, ma se è il disegno di qualcuno può strappare il foglio perché Vigorito non lascia”.

COLLABORATORI“Sento ovunque, dopo aver sentito che sono un grande manager, che io mi circondo di sciacalli, che succhiano il mio sangue, che non devono avere il mio rispetto e la mia gioia. Vuol dire che sono una persona intelligente ma che mi faccio prendere per il culo? Abbiamo dato un’organizzazione, abbiamo uomini che stimano e rispettano il presidente. Possono aver sbagliato un acquisto? Perché no, ma che questo sia effetto di incapacità, vorrei ricordare che il ds non sta lì perché è amico mio o della mia famiglia ma perché in 4 anni ha vinto due campionati e due semifinali playoff”.

PETTINARI“Mi direte, è un attaccante che sta segnando poco? Fate una sottoscrizione e trovate un attaccante in doppia cifra in Serie B e che venga ceduto dal club a cui appartiene. Dobbiamo scegliere una questione tecnica, nessuno cederà giocatori che sono passati da qui, che sono altrove e che vogliono tornare indietro. E’ un orgoglio sapere che vogliono tornare. Da qui a leggere che il ds non ci mette la faccia o che la società è assente, ma cosa deve fare la società? Venire a casa vostra? Mi avete chiesto mille volte di avere un giorno in cui vedere un allenamento il giovedì, siete venuti in dieci, forse undici, ma non certamente il popolo che ama il Benevento”.

NUOVO ACQUISTO“Pettinari non è certamente l’Altafini di juventina memoria ma ha scelto di venire da noi, che secondo il tecnico e il nostro ds si inserirà bene in squadra. Proveremo a prenderne altri, anche di caratura superiore alla B. Se non lo prendiamo non è perché non vogliamo, ma perché non vengono. E quello che hanno fatto domenica quei ‘signori’ non aiuta a far venire calciatori. Pensate con quanta gioia chi era in dubbio di venire a Benevento ha visto quelle immagini…”.

VICINANZA“Vengo in trasferta, faccio 130 km e vengo a lavorare come fate voi. Il weekend non ho battesimi o cresime, il weekend sono con la squadra. Di cosa saremmo assenti? Che non andiamo a passeggio sul corso la sera o che non siamo invitati alle manifestazioni cittadine? Questo non c’entra col calcio. Dovremmo andare in giro a firmare autografi? Nessuno ha mai pensato che non stare lì sia una rinuncia? Se non l’avete fatto, pensateci. Trovare persone che vengono da fuori, che si innamorano di una città e che accettano queste situazioni non è facile”.

POST BENEVENTO-GENOA“Se la smettete di amare il Benevento e stargli vicino, alla prima volta in un campionato complesso, la vostra risposta è stato l’assalto dell’altra sera. Sono 30-40 persone? Per me non esistono, gli altri 4-5-10mila dov’erano? Sono uscito dallo stadio quasi di nascosto, uno stadio che porta la mia disponibilità sempre. Quello è Oreste Vigorito, uno che viene con voi la domenica a prendere freddo e pioggia. Accusarci di incapacità? Dovreste essere capaci voi. Si è capaci quando si ha il senso della responsabilità”.

SINDACO“Quello stadio è ancora senza copertura, e doveva esser fatta un anno e mezzo fa. Persone da Genova sono tornate indietro perché si bagnavano. Il fatto che lo dica non vuol dire che ho un cattivo rapporto col sindaco, vuol dire che è difficile avere anche il minimo necessario oltre alla solidarietà. Il sindaco di questa città è vicino a Vigorito. Sono il piagnucolone di turno? Essere chiamato così mi sembra una cosa illegittima… Non credo sia piagnucolare ma mettere il cuore sul tavolo, ma quando si mette il cuore avviene ciò che avviene nella foresta, con gli sciacalli che corrono ad assalirlo”. 

OBIETTIVI“L’ho detto a inizio anno, quest’anno il Benevento lotterà per la salvezza. Se siete delusi perché non si va in A riportate spirito ed entusiasmo per mantenere la categoria. Le sconfitte di oggi non ci fanno allontanare dal Frosinone ma avvicinare a quelli dietro di noi. Occorre anche il vostro sostegno, ma non quello dei fuochi d’artificio ma quello della tolleranza e dell’amicizia, dello stare insieme”

OTTIMISMO“L’ottimismo nasce dal lavoro, noi stiamo lavorando. Vorrei ritrovare la solidarietà. Il nostro è un popolo tenace, che sa superare le difficoltà. Torniamo ad essere questo popolo che combatte le alluvioni, che ogni giorno lavora per poter stare meglio. Non diventiamo il popolo di chi dice ‘ce l’hanno tutti con me’, e che vanno via. I calciatori sono rammaricati, la società sta intervenendo ancora una volta sul mercato”.

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