Benevento, l’ex procuratore di Ciciretti: “Mi ha deluso come calciatore, con un’altra testa avrebbe giocato ad alti livelli”

Vincenzo Pisacane racconta: "L'ho portato dal Benevento, dove guadagnava 28mila euro, al Napoli dove è arrivato a guadagnarne 650mila, ma in quel momento si è fatto trasportare da persone che volevano vivere del suo successo". Poi rivela un aneddoto sulle visite mediche svolte con gli azzurri

Non sarà né il primo né l’ultimo della lista, ma sul fatto che Amato Ciciretti sia uno di quei giocatori di talento incapaci di sfruttare a pieno ciò che madre natura gli ha donato ci sono pochi dubbi. E dunque non può sorprendere se un procuratore esperto e navigato come Vincenzo Pisacane – che ne ha curato gli interessi per tanti anni – indichi il fantasista della Magliana come una delle delusioni più grandi della sua carriera.

“Amato Ciciretti è stato uno dei calciatori che è stato per me un’enorme delusione – ha dichiarato Pisacane, raccontandosi nel podcast di Giacomo FreddiNon come uomo, ma come calciatore. E lui sa a cosa mi riferisco”.

Pisacane argomenta il suo punto di vista: “Io l’ho preso in C, al Benevento e l’ho portato in A al Napoli. O meglio, ci è arrivato da solo grazie alle prestazioni impressionanti che aveva fatto, tanto è vero che venne convocato anche in Nazionale maggiore e fu l’unico calciatore di Serie B insieme a Cragno a partecipare a uno stage. Fu in quel momento che il Napoli decise di puntare su di lui. Tutti quanti ci auguravamo che potesse diventare qualcosa di importante, perché è un calciatore ha qualità che sono di un altro pianeta. Per me è stata tutta una questione di testa. Se avesse avuto una testa diversa, avrebbe giocato ad alti livelli per tanti anni“. 

Pisacane racconta i dettagli dell’affare con il club partenopeo: “Facciamo questa operazione con il Napoli dove arriva a guadagnare una cifra esorbitante. Al Benevento prendeva 28mila euro e ne pagava 5 solo per la casa. Quando è passato al Napoli guadagnava molto di più, è arrivato a 650mila euro. Per me è uno dei miei più grandi rimpianti, perché è stato un giocatore veramente forte. Ha un sinistro che è una roba pazzesca. Però in quel momento lui si fece trasportare da cose e persone che gli sono state accanto che non volevano fare altro che vivere del suo successo. Avrei voluto aiutarlo di più e anche lui avrebbe dovuto farsi aiutare. L’aneddoto è che quando è andato al Napoli, andammo a fare le visite mediche a Roma. La visita fu molto accurata e durò un po’, ma a un certo punto Amato interruppe tutto, non voleva più firmare proprio perché a suo avviso le visite erano durate troppo. Riuscii a convincerlo a completarle e quando terminò, svenni per lo stress e la pressione”.

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