Una pec arrivata martedì dalla Procura federale: così Christian Pastina è venuto a sapere della chiusura delle indagini sul caso calcioscommesse, esploso a dicembre con perquisizioni e sequestri nei confronti degli indagati coinvolti nell’inchiesta della Procura di Benevento, avviata lo scorso luglio.
Pastina, insieme a Gaetano Letizia, Francesco Forte ed Ernico Brignola (mentre è stata stralciata la posizione di Massimo Coda, in attesa di ulteriori approfondimenti) avrebbero effettuato – secondo l’accusa – scommesse su partite di calcio, comprese quelle della propria squadra, contravvenendo così alla normativa federale che impone il divieto tassativo da questo punto di vista.
Per questo motivo, i tesserati indagati rischiano di andare incontro a una squalifica di tre anni. Uno stop eventuale che non influirà su questa stagione sportiva, a meno che qualcuno non decida di utilizzare l’istituto del patteggiamento: confermando di essere colpevoli in merito agli addebiti mossi dalla Procura e collaborando con la stessa, gli indagati si garantirebbero una forte riduzione rispetto alla sanzione edittale di tre anni.
In tal caso, i tempi sarebbero ristretti e quindi un’eventuale squalifica potrebbe anche essere scontata già nei play off di questa stagione. Ma è questa la strada che seguirà Pastina? Probabilmente no, perché il difensore del Benevento ha sempre respinto gli addebiti, dicendo di aver giocato esclusivamente alle slot machine e di non aver mai scommesso su partite di calcio. Per tale motivo, insieme ai suoi legali, è probabile che chiederà l’accesso agli atti, al fine di preparare la propria memoria difensiva e poi provare a smontare le accuse in sede dibattimentale. In questo caso, le tempistiche non saranno brevi: il processo potrebbe essere celebrato solo in estate, a stagione ampiamente conclusa.