Lo scorso 10 febbraio il giorno del compleanno dell’eterno Carmelo Imbriani, oggi 15 febbraio l’undicesimo anniversario della sua scomparsa: è una settimana di emozioni intense, di ricordi, ma anche di nostalgia in particolare per chi ha avuto la fortuna di stargli vicino nel corso della sua breve esistenza. A cominciare dal fratello Gianpaolo: “Ma questa è anche la settimana in cui si parla di più di Carmelo e noto che c’è un ricordo vivo – ha raccontato in un’intervista rilasciata a Il Sannio Quotidiano –, vuol dire che ha lasciato qualcosa di importante”.
Il suo viaggio continua, quella de ‘La storia di una promessa’, il libro che racconta la storia “di due fratelli che viaggiano per il mondo abbracciati” prosegue. Nel pomeriggio farà tappa a Napoli, alla Fondazione Foqus, proprio nel giorno più triste: “Sono 11 anni che mi sono messo in testa di far conoscere la storia di mio fratello in tutto il mondo, un appuntamento che mi sta permettendo di far conoscere e spiegare cos’è nato per Carmelo da quel giorno”.
Due i campi intitolati a Carmelo Imbriani, a Benevento – l’Antistadio che ospita gli allenamenti della Strega – e in Tanzania. Il prossimo obiettivo è raggiungere Salto, in Argentina: “Sto collaborando con una fondazione che lavora lì sul territorio, l’ho incontrata anni fa, si occupa di bambini con alle spalle situazioni complicate in famiglia. Li ho conosciuti in occasione del mio viaggio in Sudamerica e, nel giorno in cui li ho lasciati, sui muri del campetto dove avevamo scambiato due calci ad un pallone ho visto che avevano scritto il nome di mio fratello. È stato un gesto che mi ha emozionato tantissimo: ho promesso anni fa che sarei tornato realizzando qualcosa per loro e adesso mi auguro di riuscire a tornare quanto prima con un campo dedicato a mio fratello“.
Il 15 febbraio del 2013 l’addio a Carmelo Imbriani e nel giorno dell’anniversario della sua scomparsa, il Benevento sarà in campo: “Non seguo molto il calcio ma mi ritengo un tifoso dei tifosi del Benevento, perché sono grato per tutto l’amore che sono capaci di manifestare dopo 11 anni. Non posso che ringraziarli”.