Saranno diversi i punti all’ordine del giorno da discutere e poi da approvare nell’assemblea di Lega Pro convocata per questa mattina negli uffici di via Jacopo da Diacceto a Firenze. Alcuni, però, saranno più interessanti di altri. Perché se da un lato c’è qualche semplice formalità da dover sbrigare, dall’altra ci sono veri e propri nodi da sciogliere, su cui il confronto si annuncia particolarmente acceso. Il principale riguarda, manco a dirlo, i soldi, ossia sulla distribuzione delle risorse tra i 60 club che prendono parte al campionato. Alcune società si sentono penalizzate e annunciano battaglia in assemblea. Sul piede di guerra c’è ad esempio il patron del Perugia Massimiliano Santopadre, ma la Spal segue a ruota. I conti non tornano alle due retrocesse, ma anche ad altri club che lamenterebbero il rischio di perdere fino a 150mila euro di contribuzione annua.
Tutto ruota intorno alla contribuzione assegnata per il ‘minutaggio dei giovani’ inserita nel più complesso quadro della mutualità: ce n’è una di sistema e c’è poi quella disciplinata dalla Legge Melandri. Quest’ultima è la fetta principale della torta: circa 26 milioni di euro che arrivano dalla Lega di serie A sulla base dei ricavi dei diritti tv. Il 58% di questi 26 milioni di euro viene ripartito dalla Lega Pro in base al minutaggio dei giovani: è proprio sui criteri adottati per la distribuzione che ci sarà battaglia.
Quelli per questa stagione sono stati approvati a giugno, con i voti dei club neopromossi in B e senza quello dei club retrocessi dalla cadetteria, Benevento compreso. È uno dei punti sui quali intende battere ad esempio il Perugia di Santopadre. Il nodo sarà sul tavolo di Marani pur senza essere all’ordine del giorno. Si annunciano scintille.