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Benevento, la retrocessione può costare 7 milioni: linea verde e ingaggi ridotti passaggio obbligato

In Serie C i ricavi crolleranno e non c’è altra strada per provare a sterilizzare la contrazione

Gli effetti economici della retrocessione finiranno inevitabilmente per orientare le strategie del Benevento.  Del resto, il contraccolpo più evidente del ritorno in terza serie sarà il crollo dei ricavi. Tutto ruota, ovviamente, intorno alla differenza che passa tra la Serie B e la Serie C nella distribuzione delle risorse. Basti pensare che il club sannita, stando a quanto riportato nell’ultimo bilancio disponibile (quello chiuso al 30 giugno dell’anno scorso), nella stagione 2021/22 ha incassato 6,3 milioni tra diritti televisivi e contributi della Lega.

Per il prossimo anno, il discorso cambierà radicalmente, visto che i 60 club che prenderanno parte al campionato di Serie C versione 2023/24 dovranno dividersi meno di 40 milioni, distribuiti secondo criteri ben precisi: il 40% in parti uguali, 30% in base all’utilizzo degli under, 24% in base a investimenti fatti, infrastrutture realizzate e risultati del settore giovanile, 3% risultato sportivo, 3% bacino d’utenza. Mediamente ogni club potrebbe arrivare ad incassare circa 400mila euro. Non ci sarebbe bisogno di altre analisi per rendersi di conto di quanto la differenza sia abissale.

E di certo non basta il paracadute per sterilizzare la contrazione dei ricavi, generata dalla riduzione delle risorse distribuite dalla Lega. Del resto, pure in questo caso la sperequazione è enorme: se chi scende dalla Serie A incassa dai 10 ai 25 milioni a seconda degli anni di militanza nel campionato di massima serie, chi retrocede dalla B, invece, deve accontentarsi delle briciole e di dividersi tre milioni, distribuiti in base al piazzamento (900mila euro alla quartultima, 800mila alla terzultima, 700mila alla penultima e 600mila all’ultima della classe, ossia al Benevento), più altri due in base alla militanza (sul totale bisogna poi dedurre tasse ed eventuali debiti nei confronti della stessa Lega).

Da questi conti, dunque, la società di via Santa Colomba si troverebbe a incassare meno di 1,5 milioni di euro, tra paracadute e risorse garantite dalla Lega, con una riduzione di quasi cinque milioni rispetto a quanto avrebbe incassato nel caso in cui fosse riuscita a ottenere la permanenza in B.

Ma non finisce qua, perché bisogna fare i conti con un’altra catena di conseguenze. In una categoria inferiore gli sponsor sono meno ingolositi, il merchandising di riflesso finisce per perderne e pure il botteghino ne risente: un po’ perché biglietti e abbonamenti costeranno inevitabilmente di meno, un altro perché in Lega Pro è previsto che una percentuale dell’incasso venga destinata alle società ospitate. Davanti a questo scenario, solo la linea verde, la cessione di qualche pezzo pregiato e soprattutto la sensibile riduzione degli ingaggi, può consentire al Benevento di ridurre i danni. E quindi, la scelta di ringiovanire l’organico, non è solo il frutto di valutazioni tecniche, ma anche di carattere economico.

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