Benevento, il primo allenatore di Nardi: “Personalità e disciplina già a 17 anni”

Gianfranco Fonti è stato il primo mister del classe '98 in Serie D: "Abbinava qualità e quantità già da ragazzino. E poi ha un grande senso del gol".

Gianfranco Fonti è stato l’allenatore che ha lanciato Filippo Nardi nel calcio dei grandi. L’ha fatto al Montebelluna, in Serie D, dove il nuovo acquisto del Benevento giocava da trequartista a 17 anni. Una stagione importante nel 2015/2016 prima di scegliere il Novara, lì dove vivrà l’esperienza in Primavera e il grande salto in Serie B. Sulle pagine de Il Sannio Quotidiano l’intervista al primo allenatore del centrocampista arrivato nel Sannio alla corte di Auteri:

ESORDI – “A parte la qualità del ragazzo come persona, che è straordinario per intelligenza, per abnegazione, per applicazione, lui è di grande qualità. Tecnicamente con la palla può fare quello che vuole, quello che mi ha sorpreso già in giovane età è che metteva anche tanta quantità. Volli farlo esordire assolutamente, anche rinunciando a giocatori importanti. Dissi alla società all’epoca che avrei puntato su Filippo Nardi a un certo punto del campionato perché era un giocatore che si sarebbe fatto sentire anche in campionati professionistici. Per fortuna ho avuto ragione (sorride), ora arriva dalla Serie B e ha dimostrato di essere all’altezza della situazione”.

PRIMO APPROCCIO – “Il primo aneddoto che mi viene in mente è che su un calcio d’inizio nella prima partita di allenamento, gli va sotto un giocatore e gli fece un tunnel spaventoso, avrà avuto 16 anni, con una naturalezza incredibile. Dimostrò subito di avere una grandissima qualità, per il Benevento e per Filippo mi auguro che vada tutto al meglio”.

PROFESSIONALITA’ – “Ha giocato l’ultima partita con la Reggiana nonostante lui fosse già in uscita, questo la dice lunga su quella che è la personalità di questo ragazzo. Fino all’ultimo ha giocato con la Reggiana. Sicuramente questa è veramente una dote importantissima per un ragazzo che in realtà ha sempre avuto, era giovanissimo e si comportava in questa maniera. Vedevo i presupposti per cui diventasse un giocatore professionista”.

SCUOLA E DISCIPLINA – “Filippo ha sempre avuto una certa disciplina. A un certo punto del campionato ci stavamo giocando la salvezza in Serie D e un giorno mi dice “devo andare in gita con la scuola”. Gli dico “Secondo me stiamo facendo qualcosa di importante, io ho puntato tutto su di te, vai a casa e ragionaci un po’”, lui andò a casa, tornò il giorno dopo e mi disse “Mister non vado in gita ma giocherò per la squadra”. Mi ricordo che il presidente mi disse che ero stato molto duro col ragazzo ma volevo vedere fino a che punto potesse avere la forza di dimostrare che era un uomo e non più un bambino. Aveva capito l’importanza della salvezza della squadra”.

RUOLO – “Per me uno che sa giocare a calcio sa giocare in qualsiasi ruolo. Almeno a centrocampo può giocare ovunque, trequarti, mezzala, davanti alla difesa. Da trequartista aveva tanta qualità e metteva tanta quantità, non è da tutti, dimostrò di essere all’altezza. Il ruolo migliore è la mezzala, però anche gli altri li ha nelle corde”.

GOL – “Ha il tiro da fuori, si libera dell’avversario con grande maestria ma è anche un giocatore che si butta dentro, trova il tempo per lo spazio migliore in cui far gol. Ha nelle corde questa cosa qua, se ha imparato anche a gestire meglio le sue risorse, è molto generoso, può fare tantissimi gol ma soprattutto assist, vede giocate nello spazio che altri non vedono, è un assistman eccezionale. Ricordo degli assist fantastici in Serie D a 17 anni”.

AUTERI – “Con Auteri potrà solo trovarsi bene, l’ispirazione di un gioco offensivo è quello che può dare molto così come lui può dare molto a questo modulo, sa far bene le due fasi, un allenatore può contare su di lui. La sua professionalità è stata premiata, a Benevento avranno valutato bene le sue caratteristiche”.

EMOZIONI – “Ho sempre seguito la carriera di Filippo. Quando li butti in prima squadra diventano figli anche tuoi insomma, è come aver allevato un figlio. Ricordo quando giocò in Coppa Italia col Novara a Roma contro la Lazio, nel vederlo su quel campo sentivo che c’era qualcosa di mio. L’emozione è sempre grande quando i tuoi figli riescono ad emergere”.

RIMPIANTO – “Devo dire la verità, mi aspettavo facesse qualcosa in più, è un po’ il mio cruccio, ma chissà spero possa esplodere davvero in tutta la sua pienezza perché ha qualità da vendere, spero possa raggiungere grandi traguardi con il Benevento”.

In foto un giovanissimo Filippo Nardi, sulla destra con la 10 sulle spalle.

 

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