Tre mesi esatti di digiuno. Troppi, anche per chi è alla prima vera esperienza nel mondo dei professionisti. Mario Perlingieri non timbra il cartellino dallo scorso 20 dicembre, quando realizzò il momentaneo 2-0 nel derby con la Cavese. Da allora, il Benevento ha giocato altre undici partite e il numero 33 giallorosso è rimasto in campo per 640 minuti, senza riuscire ad andare a bersaglio e nemmeno a proporre prestazioni in linea con quelle offerte nella prima parte di stagione.
Una crisi di rendimento evidente che ha portato l’attaccante cresciuto nel settore giovanile della Strega a perdere pure la Nazionale. Perlingieri è infatti finito ai margini della spedizione azzurra guidata dal ct Bernardo Corradi prevista per l’ultimo impegno di Elite League dell’Italia U20, contro la Turchia. Il classe 2005 paga il momento da dimenticare vissuto con la Strega, sia in termini di collettivo che, soprattutto, in ottica individuale.
Inevitabilmente, anche il suo ruolo da intoccabile nel Benevento è stato messo in discussione nell’ultimo mese: tre partite su sette iniziate dalla panchina, contro Monopoli, Messina e Casertana. Uno scenario che non si verificava dalla gara di Trapani dell’8 dicembre scorso, quando ancora acciaccato post rientro dalla sua prima spedizione azzurra collezionò solo una mezz’ora o poco più di partita al ‘Provinciale’, risultando tra l’altro determinante. Un passo indietro evidente percepito sia da Pazienza sia da Auteri, sia prima dell’esonero che dal suo rientro sulla panchina della Strega. Il tecnico siracusano, però, punta a rilanciarlo ed è per questo che potrebbe riproporlo dal primo minuto anche col Picerno. In allenamento lo sta sollecitando particolarmente, soprattutto a essere più cattivo e determinato in area di rigore, a puntare con maggior convinzione alla porta avversaria e a essere più risoluto nelle giocate. Gli stimoli non mancano, ora le risposte dovrà darle il campo.