Quella di lunedì non è una data cerchiata in rosso solo per il futuro del Taranto, ma anche per quello della Turris che proprio entro il 17 febbraio dovrà versare ai tesserati gli emolumenti dell’ultimo trimestre, ma anche saldare gli arretrati, per evitare la radiazione.
Estromissione che, come per gli jonici, scatterebbe alla seconda inadempienza consecutiva. Per scongiurarla, il club corallino dovrà pagare i contributi relativi alle mensilità di settembre e ottobre, non versati lo scorso 16 dicembre. Secondo quanto riferisce TuttoTurris.it, si tratta di una cifra vicina ai centomila euro: tanto servirebbe per evitare alla Turris almeno il rischio dell’esclusione anticipata dal campionato.
Alla fine, la società potrebbe scegliere proprio la strada che conduce almeno al saldo degli arretrati, soluzione che consentirebbe di salvare il titolo sportivo almeno fino al termine della stagione, ma soprattutto di evitare alla proprietà di perdere la fideiussione di 350mila euro depositata a giugno per garantire l’iscrizione del club al campionato di Serie C.
Per cercare di saldare i 100 mila euro necessari, la proprietà potrebbe percorrere due strade: la prima, è quella di sbloccare i conti pignorati e utilizzare la liquidità residua sugli stessi conti, sfruttando le misure protettive previste quando si avvia la ristrutturazione del debito; la seconda, invece, sarebbe quella di trovare altre fonti di denaro e di trasferirle da un altro conto, diverso da quello dedicato, magari con l’ausilio del misterioso “sponsor non locale”, annunciato ma ancora non presentato dalla società qualche giorno fa.