La crisi del calcio di provincia è l’oggetto di un lungo approfondimento de Il Sole 24 Ore che, attraverso i numeri, evidenzia le difficoltà di un movimento che proprio non riesce a venir fuori dal buco nero in cui si è infilato. A firmarlo il noto giornalista Marco Bellinazzo, esperto di economia e finanza, che da anni si occupa in particolare dei business che ruotano attorno al mondo del calcio e dello sport.
Secondo Bellinazzo, “i club che si collocano nella parta medio-bassa della piramide calcistica si trovano infatti generalmente nella condizione di non produrre ricavi proporzionati ai costi. La Lega Pro nelle ultime cinque stagioni ha bruciato di media 120 milioni annui. Una perdita per i 60 club che supera i 2 milioni. I 20 club di Serie B viaggiano con un deficit medio di oltre 15 milioni all’anno. Nelle ultime cinque stagioni censite dal Report Calcio della Figc, complice anche la pandemia, il rosso cumulato degli 80 club che frequentano le due categorie è stato di circa 1,5 miliardi, contenuto solo grazie ai contributi che arrivano dalla A”.
“Con l’arretramento del sistema industriale nazionale – continua Bellinazzo – il posto degli storici mecenati, che colmavano questi deficit strutturali in cambio di “dividendi” di carattere politico o sociale, è stato preso da investitori stranieri e fondi, chiamati a fare i conti con tornei asfittici sul fronte delle entrate, ovvero a imprenditori sportivi, quando non a veri e propri avventurieri, inclini a serrare i cordoni della borsa alle prime difficoltà. Le conseguenze di questa trasformazione quasi antropologica delle proprietà, associata a congiunture sfavorevoli e a riforme sterili, sono sotto gli occhi di tutti: default a catena, club cancellati per irregolarità amministrative, equità delle competizioni compromessa, ricorso a ripescaggi e riammissioni, controlli formali ed ex post inefficaci su solidità economica e passaggi di quote“.
Quanto accaduto nella passata stagione in Lega Pro è emblematico da questo punto di vista. “In Serie C si fa l’appello per trovare 60 società idonee a iscriversi e magari a completare l’annata. Nella scorsa stagione è stato un stillicidio di penalizzazioni con Taranto e Turris escluse dal torneo all’inizio di marzo. Sono stati 10 i club che hanno subito decurtazioni di punti per non aver pagato in tempo stipendi, Irpef e contributi Inps. Tra questi la Lucchese, che lo scorso 22 maggio è fallita per la quarta volta in 17 anni, la Spal che a giugno non ha trovato i soldi per reiscriversi al campionato e il Messina che ad aprile aveva perfino tentato una sottoscrizione popolare per pagare i giocatori. Sanzionati anche Triestina (appartiene al fondo Usa Lbk capital), Novara, Rimini, Ternana e Catania. E per la prossima stagione sono già state decretate delle penalizzazioni nei confronti del Trapani, per la stessa vicenda dei crediti imposta fasulli in cui è incappato il Brescia, la Triestina che sconterà 9 punti e il Messina 14. Penalità potrebbe subire anche il Foggia, primo club che da un mese opera in amministrazione giudiziaria per via delle infiltrazioni criminali riscontrate ai danni della proprietà. La Covisoc si è pronunciata sulle domande presentate. Contro le bocciature si potrà fare ricorso entro il 17 e l’ultima parola spetterà al Consiglio Federale del 19 giugno. Il 24 giugno dovranno essere presentate le fideiussioni (da 800mila euro per la B e 700mila per la serie C, la metà per i club con un indice di liquidità dello 0,8%)”.