Benevento U17, l’emozione di Floro Flores: “Questi ragazzi sono il mio orgoglio”

Il racconto del tecnico giallorosso a poche ore dalla semifinale con la Pro Vercelli: "Sono in un top club, qui non manca nulla: sembra di essere tornati in Serie A"

Una partita che vale l’accesso alla finale e che racconta lo splendido percorso dell’U17 del Benevento: alle 17:30 al “Rocchi” di Viterbo la Strega allenata da Antonio Floro Flores sfida in semifinale playoff la Pro Vercelli. Sulle pagine de Il Sannio Quotidiano il tecnico dell’U17 giallorossa Floro Flores ha commentato l’avvicinamento della sua squadra al grande appuntamento, parlando anche del suo percorso e di quello affrontato dai giallorossini in questa stagione. Le sue parole:

SETTIMANA – “Sono contento perché vedo una squadra che si allena bene, sempre a duecento all’ora come piace a me. Per loro è una partita come le altre e lo è anche per me, alla fine sono ragazzi e devono divertirsi, non sentire stress o pressioni. Il nostro motto è sempre stato quello di vedere il calcio come un divertimento e dovrà essere così fino alla fine, senza troppe pressioni. Sanno che è una partita importante e che ci giochiamo tanto: hanno fatto qualcosa di straordinario fino ad oggi”.

SEGRETO – “Il segreto? Avere ragazzi di qualità che andavano solo messi nelle condizioni di poter fare il loro mestiere, quello del gol. Quando li ho ereditati avevano grande voglia di allenarsi e di mettersi in mostra. Hanno una grande mentalità, sono davvero contento di aver ereditato una squadra del genere. Ho riscontrato una fame impressionante nei loro occhi, sin dai primi giorni in cui ci siamo visti: sono arrivati in ritiro già carichi, già preparati”.

GRUPPO – “Con loro è nato un feeling stupendo dal punto di vista dell’empatia e del rispetto. Sin dal primo giorno ho chiarito che non volevo vedere gente al campo che venisse a parlare con me: non amo parlare con i genitori, non voglio nemmeno vederli. Mi piace creare un legame con i ragazzi, qualcosa di personale: sono grandi e se vogliono essere trattati da adulti devono venire da me se hanno un problema per risolverlo insieme, voglio solo parlare con loro”.

PRO VERCELLI – “Una squadra ben organizzata, allenata bene, che sa cosa vuole e che ha ottime individualità. Li abbiamo studiati ma a questi livelli conta poco: la differenza in partite come queste la fa il cuore, chi ha più cuore ha più possibilità di andare avanti. Non c’è molta differenza dal punto di vista della qualità ma ciò che conta è la voglia, la determinazione di voler fare qualcosa di diverso dagli altri”.

GARA UNICA – “Sono contento perché contro il Perugia quando all’andata abbiamo vinto 3-1 sprecando comunque tanto poi il giorno prima del match di ritorno non ho dormito. La partita si stava rivelando rischiosa, eravamo appagati dopo il risultato dell’andata e abbiamo fatto fatica. Preferisco la gara secca, così i ragazzi sono più concentrati perché chi commette più errori poi rischia di uscire. Ma in ogni caso devono essere consapevoli di aver fatto qualcosa di straordinario: il mio pensiero su di loro non può cambiare dopo una partita. Mi interessava la loro crescita: ho sempre detto loro che se avessi dovuto scegliere tra uno scudetto e la loro crescita avrei optato per la seconda. Ne approfitto per ringraziarli perché mi hanno fatto crescere tanto sotto ogni punto di vista, a livello umano, di empatia. Sono ragazzi intelligenti: non abbiamo mai avuto discussioni, c’è sempre stato grande rispetto da parte di tutti”.

ORGOGLIO – “L’avevo già detto nel girone d’andata: ‘Comunque vadano le cose sono orgoglioso di cosa siete e di cosa state diventando’, farli oggi i complimenti sembra facile. Il Benevento mi ha affidato una squadra forte ma con qualche defaillance a livello individuale, ho dovuto lavorare tanto. Era una squadra anarchica, ognuno giocava per sé: ho dovuto amalgamare il gruppo ma si sono messi tutti a disposizione, sono orgoglioso. È come vedere crescere un figlio”.

CRESCITA – “Abbiamo ancora margini di crescita. È un lavoro iniziato un anno fa ma non pensavo di raggiungere tutto questo in così poco tempo. Personalmente non amo il ‘palla lunga e pedalare’, conta il sapersi muovere in campo, mi piace insegnare ciò che il calcio di oggi richiede, un calcio di spazi, propositivo e alla ricerca di un’evoluzione. Mi piace giocare palla a terra: vederli uscire dal basso è un’emozione che non provavo nemmeno giocando in Serie A. Mi emoziona molto allenare e vedere una squadra che gioca con le tue idee”.

SINGOLI – “Soprano l’anno scorso aveva segnato credo solo 6 gol, quest’anno gioca con i compagni. In un certo periodo con Giugliano si stavano giocando il titolo di capocannoniere e temevo che questo potesse generare egoismi. Invece poi in una partita Soprano ha messo il suo compagno in condizione di segnare 3 gol, lì ho capito di aver vinto perché sono riuscito a trasmettere ai ragazzi ciò che ho sempre pensato del calcio. Sono tanti i ragazzi emersi quest’anno, da Giugliano che ha segnato 34 gol a Battista che in passato non aveva segnato molto, da Del Gaudio a Formicola, D’Ambrosio, sono davvero tanti. La cosa bella è vederli giocare l’uno per l’altro: per un allenatore è il massimo”.

PERCORSO – “Già l’anno scorso è stato fatto qualcosa di straordinario. In passato ho sbagliato a scegliere le categorie, quello in Eccellenza o Interregionale non era il mio calcio. Sono partito dalle giovanili e mi sono dato un lasso di tempo per valutare come andrà l’esperienza”.

BENEVENTO – “Il legame con il Benevento si è creato in poco tempo: poter lavorare per questo club è stata una gioia immensa, mi auguro di restare per tanto tempo. Vista da fuori pensavo fosse una società importante ma non immaginavo fino a questo livello: arrivi al campo come se fossi un allenatore già di Serie A, non devi preoccuparti di nulla, solo di allenare la squadra. Per un allenatore è l’ambiente da sogno. Parliamo di una società all’avanguardia che ti mette a disposizione tanto, sei concentrato solo sulla squadra. Mi sento di ringraziare Simone Puleo, Diego Palermo e il presidente Vigorito così come tutto lo staff e le tante persone che lavorano dietro il club. Per me il Benevento non c’entra nulla con questa categoria e mi auguro di rivederlo presto dove merita, lo considero un club al livello di Sassuolo o Udinese, qui non manca nulla, quando mi presento al campo sembra di essere tornati in Serie A. Mi sento in un top club e mi auguro, anzi spero, di restare qui”.

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