Di sotterrare definitivamente l’ascia di guerra non se ne parla. Il ‘ferie-gate’ finirà per avere strascichi legali di una certa rilevanza, come del resto era intuibile già dal comunicato ufficiale diramato dal Benevento Calcio lo scorso 17 maggio: “L’episodio sarà oggetto di un approfondimento sugli aspetti giuridici e disciplinari al fine di valutare l’eventuale adozione di provvedimenti conseguenziali” in riferimento alla contestazione formale presentata dai calciatori messi in ferie fino all’8 giugno.
Undici dei quindici tesserati hanno deciso di proseguire nell’aspra battaglia avviata col club, presentandosi all’antistadio ‘Imbriani’ in occasione di tutte le sedute di allenamento svolte dagli altri compagni di squadra, per i quali il periodo di riposo scatterà dal 31 maggio. Lo hanno fatto regolarmente anche martedì mattina e replicheranno l’iniziativa fino a che non scatterà il rompete le righe anche per il resto della squadra.
Mossa che fa parte di una precisa strategia difensiva che non è piaciuta alla società. Il Benevento ha interpretato questa iniziativa come un atto di insubordinazione ed è per questo che ha avviato tutte le procedure per avviare un contenzioso legale: prima con la segnalazione della situazione alla Procura federale, poi con l’attivazione del Collegio arbitrale. In tal modo, il club potrebbe chiedere la riduzione dei compensi lordi dei tesserati, ma non è da escludere che possa spingersi anche oltre, con un giudizio civile dai risvolti difficilmente preventivabili.