Il muro contro muro va avanti. I due gruppi voluti dalla società del Benevento Calcio proseguono i loro percorsi paralleli. Da una parte chi suda e si allena ancora nonostante l’assenza di impegni ufficiali, dall’altra chi è stato spedito in ferie forzate e continua a presentarsi all’Imbriani trovando le porte sbarrate. Lo scontro tra la dirigenza e una parte della squadra giallorossa continua a tenere banco, in attesa che il focus si sposti su altre tematiche come, ad esempio, il futuro di Carli e Auteri o le volontà del presidente Vigorito.
La programmazione della stagione 2025/26 in realtà, sembrerebbe già essere cominciata. Perché la situazione paradossale che si ripete ogni mattina dalle parti del Ciro Vigorito continua ad avere le sembianze di decisioni per il futuro più che di punizioni per coloro che hanno tradito, portando la Strega all’ultimo fallimento consumatosi definitivamente contro i giovani della Juventus NG. Un invito a fare le valige, a trovarsi una nuova sistemazione, anticipando semplicemente una comunicazione che sarebbe arrivata ugualmente strada facendo: “Siete fuori dal progetto tecnico”.
Le vittime sacrificali sono stati individuate, come già sottolineato, e basterebbe scorrerla quella lista di epurati per rendersi conto che di punitivo ci sia ben poco. Tolti Berra, Viviani, Pinato e Acampora che sono stati tra i protagonisti, più nel male che nel bene indubbiamente, dell’ultimo campionato, figurano poi Lucatelli, terzo portiere e mai utilizzato, Meccariello, Agazzi e Borello, in tre sommano meno di 500 minuti in campo, il lungodegente Ferrara, Oukhadda che se ne tornerà al Modena per fine prestito e quattro elementi a fine contratto: Tosca, Capellini, Lanini e Manfredini.
L’emblema di quello che è diventato una sorta di paradosso a tinte giallorosse è probabilmente proprio l’esperto portiere ferrarese. Nei suoi sei anni trascorsi all’ombra della Dormiente ha raccolto spesso elogi per i suoi comportamenti, ha strappato rinnovi di contratto convincendo tutti per la sua professionalità, per il suo saper accettare il ruolo di secondo con eleganza, senza mai una parola fuori posto. Addirittura alcuni tra sostenitori e addetti ai lavori si sono spesi per vederlo titolare. Sembra essere trascorso un secolo, invece sono storia recente le richieste affinché Auteri schierasse il classe 1988 al posto dell’acerbo Nunziante.
Complimenti messi da parte in un amen, perché nel calcio funziona così. Una storia destinata a chiudersi nel peggiore dei modi e non per un mancato rinnovo di contratto, la società ha tutto il diritto di valutare la posizione di un ragazzo comunque di 37 anni, ma per l’essersi visto sbattere letteralmente le porte in faccia. Quelle dell’antistadio Carmelo Imbriani per la precisione, chiuse per Manfredini e per altri quattordici compagni. Tutti fatti accomodare sul banco degli imputanti e fuori dal Benevento… che verrà.