Benevento, perché non vinciamo più?

Con il Picerno il solito copione: il ritorno di Auteri ha restituito una squadra più viva e presente in zona offensiva, ma non ha cancellato limiti e difetti del gruppo. E ora il derby con l'Avellino diventa decisivo: può ricucire, almeno in parte, lo strappo con il pubblico oppure rappresentare il punto di rottura definitivo

La colonna sonora della serata di Benevento-Picerno si alza beffarda dalla Curva Sud. Un motivetto di quelli che ti entrano subito nelle orecchie, capace di dipingere un sorriso amaro sul volto di chi ama e soffre per la Strega. Del resto è quello che si chiedono tutti: “Perché non vinciamo più?”.

Il ritorno di Auteri ha restituito una squadra più viva e presente in zona offensiva ma non ha cancellato limiti e difetti di un gruppo capace di dilapidare vantaggio e titolo di inverno, trascinandosi mestamente verso il finale di stagione, verso quello spauracchio chiamato play off. La sensazione diffusa di aver gettato al vento una stagione, di aver sprecato la grande occasione per tornare in B.

Anche contro il Picerno si è visto il solito copione. Occasioni create e puntualmente sprecate, errori che non sono stati pagati a caro prezzo solo perché la compagine di Tomei non ha avuto il killer instinct e atteggiamenti al limite dell’irritazione, la ricerca della vana gloria personale mettendo in secondo piano squadra e gruppo.

Auteri ha gettato acqua sul fuoco, ha usato bastone e carota con i suoi ragazzi. Inutile piangere sul latte versato, meglio guardare avanti ma anche il più inguaribile degli ottimisti si ritrova a fare i conti con la triste realtà. “Non vinciamo più”, è un dato di fatto. L’ultima volta che i giallorossi hanno chiuso una gara con le braccia protese verso il cielo era il 5 gennaio. Sono passati quasi tre mesi dalla sfida vinta contro il Catania, un’eternità per chi ambiva a qualcosa di importante.

Al match con gli etnei hanno fatto seguito undici gare che hanno portato in dote la miseria di nove punti. Nove pareggi e due sconfitte durante il periodo condiviso da Auteri e Pazienza. La questione allenatore, insieme a molte altre, ha alimentato dubbi e perplessità in chi oggi si domanda apertamente “perché non vinciamo più”?

Capitan Berra ha fatto scudo, parlando della necessità di trovare l’episodio giusto per permettere nuovamente al Benevento di switchare (in positivo) la propria annata. Una visione ottimistica considerando i riscontri del campo. Bisognerà cercarlo in fretta quell’episodio perché all’orizzonte non c’è una partita, ma la partita.

La sfida con l’Avellino, balzato al comando della classifica, rappresenta una delle ultime occasioni (resterebbero poi i play off) a disposizione della truppa giallorossa di rialzare la testa, di riscattarsi almeno in parte agli occhi di quei tifosi che hanno sempre incitato la Strega, che l’hanno sostenuta e seguita nonostante delusioni e amarezze. Il derby, insomma, rappresenta uno spartiacque. Potrebbe aiutare a ricucire, almeno in parte, lo strappo, permettendo al Benevento di vivere un finale di stagione maggiormente sereno. D’altro canto potrebbe rappresentare il punto di rottura definitivo. L’ennesimo bivio davanti a una squadra che ha imboccato una strada pericolosamente in discesa, ritrovatasi a lottare per il quarto posto e costretta difendere con le unghie e con i denti l’attuale quinta posizione. A pensarci bene, la vera beffa è proprio questa.

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