“Il calcio brucia tutto in fretta”, anche e soprattutto la riconoscenza bisognerebbe aggiungere in questo caso. Una frase che risuona spesso in questo ambiente, a maggior ragione quando si consumano addii ed esoneri. Una spirale in cui il Benevento è finito di diritto, dopo la decisione di dare il benservito a Gaetano Auteri, puntando per il finale di stagione su Michele Pazienza.
Premessa d’obbligo: non discuteremo la bontà o meno del cambio in panchina, ma ci soffermeremo su altri aspetti. Prima di tutto quello di un progetto triennale improntato sui giovani e che ha visto già tre allenatori succedersi alla guida della Strega. In tempi non sospetti lanciammo il monito: bene la linea verde, se accompagnata però dalla giusta dose di pazienza. Una virtù, quest’ultima, probabilmente dimenticata dalle parti di via Santa Colomba, dove si esibiscono orgogliosamente le medaglie (la squadra di C con il maggior minutaggio dei giovani) e dove si bluffa dichiarando più cauti obiettivi, salvo poi dare il benservito a un allenatore che aveva sì le sue responsabilità, ma che infondo era in linea con i traguardi sbandierati (probabilmente meno con quelli taciuti).
Il tutto in barba a una riconoscenza che non appartiene al mondo del calcio. Lo scorso anno Auteri fu richiamato a “casa” per venire in soccorso a un Benevento claudicante, uscito malconcio dal nefasto dicembre andreolettiano (sorvoliamo su cosa stia facendo l’ex tecnico a Padova, un altro che non ha goduto della pazienza necessaria). Tutti contenti di riabbracciare l’allenatore della storica promozione, in grado di ridare vigore alla squadra, restituendole la possibilità di sognare il ritorno tra i cadetti. Come sia andata lo sappiamo tutti, così come sappiamo come sia proseguita l’avventura, con una Strega spumeggiante nella prima parte dell’attuale stagione per poi ritrovarsi in grande affanno, dilapidando un prezioso vantaggio. Un rammarico comune, sia chiaro, guardando anche alla consistenza degli avversari: il Monopoli non ha certo rubato l’occhio al ‘Vigorito’, una squadra ordinata e ben messa in campo, nulla di più.
L’ultimo punto riguarda i tempi. Dopo una sessione di mercato trascorsa a guardare gli altri, vestendo i panni della bella statuina, si è deciso di operare il ribaltone. Il possibile esonero era già nell’aria, l’ultimo pareggio ha rappresentato solo la classica goccia che cade in un vaso traboccante. Viene da chiedersi allora perché non agire per tempo? Perché rimandare quello che si è dimostrato essere l’inevitabile? Qualcosa poteva essere fatto con Auteri, invano in attesa almeno di un difensore, e qualcosa si sarebbe potuto fare con il nuovo allenatore, cercando di limare aspetti affini al nuovo credo tattico.
Gli interrogativi, insomma, sono come sempre tanti e coinvolgono anche aspetti al di fuori del rettangolo di gioco. Qualche parola, magari, è attesa da Marcello Carli, l’uomo che avrebbe dovuto cambiare le sorti del Benevento e che invece è stato il grande assente dell’ultima sessione di mercato (e non solo, per certi versi). Per il dopo Andreoletti aveva dichiarato di aver puntato lui su Auteri, adesso? La scelta di Pazienza sembra essere stata dettata da una volontà di Vigorito e magari sarà la volta buona per sperare di ritrovare un po’ più di… pazienza. Buona fortuna Strega, di finire in bocca al lupo non sembra il caso di questi tempi.