Krzysztof Kubica non riesce proprio a ritrovare una sua dimensione. Nemmeno il ritorno in patria è servito a rilanciare le quotazioni del centrocampista polacco che il Benevento ha ceduto la scorsa estate al Motor Lublin, con la formula del prestito con diritto di riscatto fissato a circa 500mila euro (dopo averne pagato il cartellino 1,3 milioni di euro).
In questo modo, la società di via Santa Colomba sperava di essersi liberata di un giocatore che non è mai riuscito ad ambientarsi nel Sannio e per altro titolare di un ingaggio pesante e da un contratto fino al 2026. La realtà, però, ha detto altro, visto che Kubica ha finora collezionato poco più di 180 minuti e non vedo il campo da novembre. Oltre a un rendimento al di sotto delle aspettative, ci si è messa anche la sfortuna. A ottobre infatti il 24enne è stato costretto a sottoporsi a un intervento chirurgico alla caviglia, conseguenza di un incidente domestico: un vetro rotto gli ha provocato una ferita che ha poi preso infezione, al punto tale che è stato necessario rimuovere chirurgicamente il tessuto morto. Incidente insolito che lo ha tenuto fermo ai box per un mese. E che ha finito per condizionare la sua avventura col Motor Lublin.
Il club polacco nel frattempo ha cambiato direttore sportivo. Michał Wlaźlik – che lo scorso luglio concluse l’operazione con il Benevento – è stato esonerato e sostituito da Paweł Golański, il quale ha fissato come primo obiettivo quello di rispedire Kubica al mittente: “Pensavo che Krzysiek avrebbe rafforzato il Motor – ha dichiarato ai microfoni di Dziennik Wschodni -. Tuttavia, ho vissuto situazioni simili. A volte tornare da una squadra in cui non giochi o sei in conflitto e messo da parte è semplicemente difficile. Ha iniziato la stagione nella formazione titolare e in seguito ha ricevuto un’ondata di critiche. Poi si è verificato un infortunio che non gli ha permesso di allenarsi: questo è stato un duro colpo per lui e per l’intero staff. Tutti questi fattori hanno contribuito alla sua situazione. Nel calcio, a volte capita che qualcuno in una determinata squadra semplicemente non renda bene. Adesso dobbiamo pensare a cosa fare per aiutare il giocatore, ma in modo che anche noi possiamo trarne vantaggio. I colloqui sono in corso, ma non è una questione facile. Nei contratti ci sono delle clausole, ma stiamo ancora cercando una soluzione per accontentare tutti. È possibile interrompere il prestito, ma è necessario che tre parti siano d’accordo. Anche Kubi vive tutto molto male, perché non ha giocato. E’ ancora un giocatore con potenziale. Magari questo nuovo slancio, questo cambio di squadra gli farà fare un passo avanti nel nuovo club. È qualcosa di naturale nel calcio che un giocatore viva una crisi, niente si sente bene, ed è noto che tutto influisce sulla forma”.
Da parte sua, il Benevento non ha intenzione di interrompere anticipatamente il prestito. Lo farà solo nel caso in cui Kubica riuscisse a trovare prima un’altra squadra in cui continuare a giocare almeno fino al termine della stagione.