Auteri garantisce: “Il campionato è lungo, ma il Benevento è primo e vuole rimanerci”

Il tecnico sul rapporto con Vigorito: "Non ci eravamo lasciati bene per responsabilità mia, nonostante ciò non ha mostrato rancore nei miei confronti. Carli? Persona leale e competente"

Gaetano Auteri si confessa. Ospite di Ottochannel, il tecnico del Benevento ha parlato a 360 gradi della sua avventura sulla panchina giallorossa, compresa la prima, quella conclusa con la prima storica promozione in Serie B della Strega. Un traguardo che l’allenatore siciliano spera di raggiungere nuovamente. Per ora la classifica dice che la sua creatura sta facendo meglio di tutti, ma don Tano non vuole cali di tensione; anzi, spinge Berra e compagni a dare ancora di più: “I punti che abbiamo al momento in classifica sono quelli che abbiamo meritato sul campo – le sue parole –, ma secondo possiamo fare sempre meglio. Abbiamo ampi margini di cresce, in particolare nell’interpretazione delle partite e nella lettura dei momenti della gara: quando impareremo a farlo, potremo dire di essere veramente forti. Alla fine del campionato mancano ancora tante partite, siamo in testa e posso assicurarvi che non abbiamo alcuna intenzione di farci superare. Siamo convinti di poter continuare così, a patto però di lavorare sempre al massimo delle nostre possibilità”.

ATTEGGIAMENTO TATTICO – “Siamo una squadra che per struttura di gioco e atteggiamento segue criteri ben definiti, anche dal punto di vista caratteriale e agonistico. In tutti i tre gironi, siamo la squadra che recupera più velocemente il possesso, questo vuol dire che siamo organizzati nel modo giusto per aggredire collettivamente gli avversari e recuperare palla. Noi e il Pescara concediamo sette passaggi agli avversari, prima che gli stessi perdano il possesso. Ecco perché dico che sotto questo profilo, a mio modo di vedere, non siamo carenti. Dobbiamo invece imparare a essere lucidi e continui quando gli altri alzano la pressione, quando l’avversario propone qualcosa di diverso”.

PALLE INATTIVE – “Dobbiamo essere bravi a sfruttare queste situazioni, oltre ovviamente a evitare di subire gol. Finora posso considerarmi soddisfatto, perché in 16 giornate abbiamo preso solo due gol su calcio piazzato: firmerei per fare altrettanto nelle prossime 16. Su queste situazioni formule perfette non ce ne sono, altrimenti sarebbero utilizzate da tutti. Ogni scelta ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi: noi dobbiamo saper valorizzare i primi e cercare di prevenire i secondi. Sulle palle inattive ho sempre usato la difesa a uomo, quest’anno ho deciso di cambiare e i fatti mi stanno dando ragione, nonostante in alcune situazioni qualche centimetro in meno possa finire per pesare”

CRESCITA – “I margini sono ampi, specialmente nella gestione dei momenti in cui la partita prende una piega diversa da quella che ci saremmo aspettati. Dobbiamo imparare ad accettare collettivamente e mentalmente la pressione, non dobbiamo avere il braccino e pensare a gestire solo quando la partita lo richiede”.

CENTROCAMPO – “Sono molto soddisfatto di quelli che ho a disposizione. Talia, ad esempio, è un giocatore in grande crescita: è molto più dinamico, veloce e strutturato rispetto a qualche anno fa. Ci sentiamo coperti in mediana, perché ci sono anche Prisco, Agazzi, Viviani, tornerà Pinato e non dobbiamo dimenticarci di Nardi. Abbiamo giocatori importanti destinati a crescere. Di Acampora valuto il percorso: abbiamo deciso insieme, su spunto della società. A me è sempre piaciuto, ha cominciato un percorso di lavoro perfetto, ma purtroppo si è fatto male e per uno come lui un infortunio non è mai una cosa banale. Quando è stato bene, ha fatto vedere di che pasta è fatto, anche sotto il profilo dell’intensità e dell’aggressività. Contro l’Avellino l’impatto non è stato buono ma non era al top, ma a Taranto è entrato bene. Se continua così sarà un giocatore importante per noi, come tutti gli altri”.

ORGANICO – “Siamo il Benevento, non possiamo pensare di avere una rosa di 12-13 potenzialmente titolari. Il campionato è lungo e abbiamo obiettivi importanti, siamo assortiti per reggere. Qualche volta c’è qualcuno che viene a parlare con me, ma perché ci tengono. Io non trascuro mai nessuno, fare delle scelte non significa trascurare qualcuno. Guardo sempre e soprattutto il lavoro quotidiano e settimanale: come si pone nei confronti dell’allenamento, che tipo di partecipazione mette, che forma ha e come sta anche mentalmente. In questo gruppo non c’è nessuno che fa la vittima, è normale che se non venga scelto sia un po’ deluso ma deve pensare agli obiettivi di tutti e non a quelli individuali. C’è sempre grande solidarietà anche prima e dopo le partite. Non c’è una forza della panchina, sono tutti titolari”.

GIOVANI – “Già nella passata stagione avevamo dentro diversi ragazzi. Viscardi lo avevo seguito già a San Benedetto: so che è più un centrale, ma ha una buon passo per fare il terzino; deve migliorare la postura. Talia è rodato per questa categoria. Perlingieri ha fatto un percorso con noi già l’anno scorso, ma può e deve ancora migliorare, visto che è un 2005. Uno dei ragazzi che non conoscevo era Prisco: mi è bastata una settimana per valutarne le qualità. Anche Sena ha potenzialità elevate e ne sentiremo parlare e non tralascerei Carfora che è pronto: avrebbe bisogno di maggiore spazio, ma in questa squadra c’è grande competizione; sarebbe titolare in qualsiasi altra squadra di Serie C. Questi ragazzi devono avere sempre la voglia di migliorarsi, lo stanno facendo e dobbiamo continuare a farlo. Va resettato ogni volta per avere voglia di migliorarsi e perseverare, con il lavoro quotidiano. Ho allenato Di Lorenzo in C, non capivo perché fosse ancora lì: lo usavo da quinto e ha fatto benissimo”.

RAPPORTO CON VIGORITO E CARLI – “Col presidente c’è sempre stato un ottimo rapporto. C’è grande affetto, proprio come persona perché se lo merita. Un’incomprensione ha portato a separarci, ma quella squadra che è andata in B poi con qualche innesto ha conquistato anche la promozione in A. Altri forse hanno sfruttato quel lavoro, mi è rimasto qui questo nodo alla gola che vorrei togliermi. Carli è una di quelle poche persone che ho trovato nella mia carriera leale e competente. Sono sempre stato una persona leale e qualche volta mi è capitato di subire slealtà da parte di gente con cui lavoravo”.

RITORNO A BENEVENTO – “Col presidente non ci eravamo lasciati bene, ma per responsabilità mia che non avevo fatto le valutazioni adeguate. Lui è una persona che guarda ai valori e sa che io li ho. Avevo smesso di sperare in un ritorno, poi però mi ha chiamato e ha dimostrato di non avere rancore nei miei riguardi. Sapevo di avere dietro una società forte alle spalle, che poteva valorizzare quello che un allenatore fa. Molto spesso nella mia carriera ho trovato progetti effimeri, mentre qui c’è possibilità di andare avanti. Sapevo che superato uno scoglio il Benevento sarebbe stato destinato a crescere, perché ci sono le idee e alla guida della società c’è una persona importante. Sono tornato perché ho un compito da portare a termine una cosa, al momento opportuno diremo qual è…”.

 

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