Benevento, Vigorito non vuole smettere di sognare: “Si respira un’aria diversa”

Anche dal patron giallorosso un pensiero ai tre tifosi del Foggia che hanno perso la vita in un incidente: "Nessuno può rimanere insensibile davanti a una tragedia del genere"

“Un dovere morale partire da questo territorio che mi ha dato tanto”. E’ stato un ritorno al passato per Oreste Vigorito, in quel luogo da cui la sua attività imprenditoriale è cominciata. Tornare a Montefalcone di Val Fortore ha sempre un sapore speciale per il presidente del Benevento Calcio.

L’occasione è stata propizia anche per fare il punto della situazione sulla stagione della Strega, a partire da una squadra prima per punti conquistati e anche nella classifica dei contributi ricevuti dalla Lega Pro per l’utilizzo degli under: “Non è una soddisfazione – le parole del patron giallorosso – ma è la prosecuzione di un progetto che è cominciato lo scorso anno e che nasce dal sogno di mio fratello Ciro, quello di vedere i ragazzi del settore giovanile emergere. Abbiamo pensato che questo fosse l’unico che avevamo per poter competere in futuro con fondi e grandi proprietà internazionali. Abbiamo scelto anche le figure giuste per questo tipo di progetto: Carli ad esempio viene da una lunga esperienza in questo tipo di calcio e gli abbiamo chiesto se avesse voglia di sposare le nostre idee, così come Andreoletti era stato scelto perché ritenuto adatto per lavorare con i giovani. Però l’anno scorso c’erano troppi esuberi, tra i quali anche chi dice di essere rimasto in ottimi rapporti con la città e di esser rimasto deluso dalla società. La cosa mi dispiace, perché dopo aver profuso pazienza, attesa, sacrifici sentirsi dire che qualcuno è rimasto deluso da quello che hai fatto non può esserti indifferente. Io sono stato felicissimo quando i delusi mi hanno portato prima in Serie B e poi in C e magari mi avrebbero portato anche in D. Però pur non essendo deluso mi sono detto che sarebbe stato meglio ripartire da zero.

“Vorrei una squadra con undici giovani – continua Vigorito -, ora siamo a sei/sette: il Benevento Calcio sarà questa squadra, composta da ragazzi che hanno il merito di non confondere l’attività di calciatore con un sacrificio: fare quello che ti piace non è un sacrificio, anzi è la base migliore per diventare un top”. Vigorito sta apprezzando l’atteggiamento della tifoseria giallorossa: “C’è un feeling diverso tra la squadra e la tifoseria. Ho sempre paura delle cose che si infiammano improvvisamente, nel calcio i fuochi fanno presto ad accendersi e altrettanto a spegnersi. Devo dire, però, che quest’anno si respira un’altra aria. E’ importante che i tifosi siano al nostro fianco, perché il Benevento è della tifoseria e perché il calcio ha fatto sì che Benevento non fosse più riconosciuta come provincia di Napoli. Molti hanno scoperto una città che merita di essere conosciuta per le bellezze che ha e per il popolo che la vive. Benevento deve, anche attraverso il calcio, trovare una sua maggiore visibilità nazionale, perché lo merita: intendo tutta la provincia sannita. E’ solo una questione di tempo, ma ritorneremo.

E magari il primo passo può essere fatto quest’anno: Speravo di vedere la mia squadra così in alto. I sogni sono belli perché tali, poi quando diventano concreti ti portano a fare altri sogni. Voglio arrivare alla fine e capire se abbiamo solo sognato, e sarei comunque felice, o se mi devo svegliare e ricominciare a lavorare“. Infine, un pensiero ai tre tifosi foggiani che hanno perso la vita in un tragico incidente: “In Italia stanno accadendo troppe tragedie, di fronte a un dramma del genere nessuno può rimanere insensibile. Io ho un piccolo difetto, non manifesto mai il dolore: non perché lo considero una debolezza, ma perché credo che il dolore debba rimanere dentro mentre fuori devono esserci le azioni e non le chiacchiere, perché di quelle se ne fanno già troppe“.

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