Un lungo post su Instagram per palesare tutta la delusione per l’esito del processo di primo grado della vicenda calcioscommesse che lo vede coinvolto, per puntare il dito contro qualcuno “di cui mi fidavo” e per annunciare battaglia per ottenere giustizia. E’ così che Christian Pastina ha reagito alla notizia dei due anni di squalifica comminati dalla sezione Disciplinare del Tribunale federale Nazionale.
“Ho preferito il silenzio ed ho lavorato con l’impegno di sempre, nella convinzione, che questa brutta storia si sarebbe chiarita – ha scritto sui suoi profili social -. Ed invece non è andata così. Ho imparato a mie spese che esistono due verità. Esiste la verità dei fatti, che io ho raccontato (non con una dichiarazione spontanea come scritto da alcune testate) in un interrogatorio durato due ore rispondendo a tutte le domande dei tre procuratori federali che hanno diretto le indagini( sono l’unico ad averlo fatto) e la verità “processuale” frutto di interpretazioni di quei fatti, spesso sbagliate, dei limiti probatori del processo sportivo, e delle versioni non sempre corrispondenti al vero fornite al Tribunale da altri soggetti interessati dei quali avevo avuto piena fiducia. Ritengo questa sanzione ingiusta ed inattesa oltre che non proporzionata alle mie reali responsabilità e che non ha tenuto conto della mia condotta nel procedimento, rispettosa delle istituzioni e dell’amore che ho per il calcio. Sono pronto ad impugnare questo provvedimento ed a far valere tutte le mie ragioni, di fatto e di diritto. Lo devo al giovane calciatore del Benevento che sono stato, cresciuto a pane e calcio tra le fila dei giovani della società, lo devo a questa maglia ed ai tifosi tutti, ma anche alla città che mi ha adottato. Sogno ancora la carriera per la quale ho lavorato una vita. Ho il dovere di non mollare adesso, di combattere per fare emergere i fatti per come sono realmente andati, anche per evitare che cattivi maestri facciano subire ad altri giovani calciatori la mia stessa sorte ed umiliazione“.